Temple Of Elemental Evil
Una
classica avventura di Greyhawk
(rovinata)
Oggi
ho voglia di parlare di un vecchio videogioco della Troika
Software (?), uno dei numerosi figli di D&D creati in
seguito al successo di Baldur’s Gate. Ho voglia di parlarne
soprattutto per vendicarmi.
Ritorno
al Tempio del Male Elementale è un modulo di avventura nato
cartaceo per Dungeons & Dragons (mi pare per la mitica
Advanced 2nd Edition e poi forse rifatto per la Terza Edizione) un
bel po’ di anni fa, e che prima o poi – avendoci pure investito
un po’ di denaro – mi deciderò a giocare, dadi alla mano.
Nel
frattempo mi sono avventurato nel villaggio di Hommlet e terre
limitrofe per via digitale e, con dispiacere, mi sono abbastanza
annoiato.
TOEE,
come è noto ai più (vecchi, ndr) nasce dicevo sulla scia dei
prodotti ben più fortunati della Black Isle – Baldur’s
Gate e figli –, e prova a riprenderne struttura e dinamiche
innovando qua e là.
Ma
come disse una volta un grande saggio: “Esiste fare o non fare, non
c’è provare”. Quelli di Troika Games ci hanno provato, senza
riuscire.
Il
ritmo del gioco è infinitamente più lento di quello dei suoi
omologhi fatti bene, il menu radiale è più fastidioso che
utile (non sapete quante volte il mouse “scivola” di un pixel
fuori dalla voce che ci interessa e il menu sparisce, oppure, se non
cliccate nel punto giusto finisce fuori dallo schermo, costringendovi
a riaprirlo una seconda volta da un’altra parte), e innumerevoli
altri piccoli dettagli rendono l’esperienza ludica un lento
trascinarsi verso l’agognato – e inutile! – finale.
Porterò
a titolo di esempio un paio di quelli che mi hanno infastidito di
più.
Primo,
e insopportabile, la gestione dei png.
I
png sono dei mezzi amici sui quali si ha solo parzialmente il
controllo. Si ciucciano sempre una quota del denaro recuperato in
giro e sottraggono oggetti a caso dal loot dei mostri
sconfitti, oggetti, beninteso, che non potrete mai più
togliergli a meno di ucciderli e depredarli a vostra volta. Inoltre
la loro AI è talmente bassa, unita a mio avviso a una scarsa
attenzione dei programmatori, che in breve l’inventario dei vostri
compagni png si riempie di cianfrusaglie inutili raccolte
automaticamente, e questo vi rende impossibile passare a loro
equipaggiamenti migliori!
Infine,
dei png non è dato conoscere i punteggi di caratteristica. In
questo modo, se avete intenzione di “buffarli” (io li odio questi
neologismi tecno-inutili, ma almeno ci capiamo) non vi resta che
andare a intuito, supponendo che questo o quel personaggio punti più
su una data caratteristica.
Potrei
dilungarmi sulle criticità come questa, ma ne aggiungerò solamente
un’altra: scrigni e forzieri. Se non avete un ladro nel gruppo o un
incantatore che abbia sacrificato uno slot incantesimo per impararne
uno ad hoc, non aprirete mai nulla. Non esiste un modo, a
quanto ne so, per forzare uno scrigno “attaccandolo” (cosa che
invece si poteva tranquillamente tentare in Baldur’s).
Ma
se, nonostante tutto, riuscite ad arrivare alla fine, allora sì che
vi verrà voglia praticare sport invece di sprecare tempo di fronte
al pc: frisbee col cd di gioco. E dato che il titolo in questione è
più vecchio di molti di noi, e io sono arrabbiato con lui,
spoilererò tutto senza paura alcuna.
In
breve, la cattivona Zuggtmoy, the Lady of Fungi, la
malvagità celata dietro alla rinascita del Tempio, origine di tutti
i problemi di Hommlet nonché vostro obiettivo principale, si
paleserà di fronte a voi per pochi secondi e poi se ne andrà
maledicendovi.
Ma
come?! Io sopporto decine di ore di gioco noioso, di bug e di
insensatezze strutturali, e manco mi fai scontrare col boss finale?
Ora,
io non so (né ho avuto voglia di andare a controllare) se esistono
finali alternativi in cui ci si può più attivamente guadagnare la
pagnotta, però mi ha veramente deluso.
L’unico
merito che riconosco al gioco, in definitiva, è di avermi fatto
ritrovare, nonostante tutto, un po’ di voglia di atmosfere
D&Desche, di pg cresciuti faticosamente, di musichine
d’atmosfera e godimento di qualche bel fondale, e, forse, di
riprendere dalla libreria il polveroso e dimenticato manuale della
“vera” avventura del Ritorno al Tempio del Male Elementale.