Margaret
Weis & Tracy Hickman
Le Spoglie del Drago – Seconda parte
Ciclo
delle Dragonships libro 1
Come
prima cosa un bell'errata corrige.
Le
Spoglie del Drago non è diviso in tre libri, ma in quattro (oh,
eh, capita. Mi cospargo il capo di cenere mentre sono in ginocchio
sui ceci. Contenti? Bene, e se non vi sta bene, quella è la porta.
Sì, quella là fondo. Più
in fondo. Un po' più in
là. Saluti a casa).
Siete
ancora qui? Uhm. Allora... Rispetto a quanto detto nella prima recensione confermo il fatto che questo romanzo merita una
valutazione per ognuna delle parti in cui è suddiviso. E anche la
seconda è estremamente positiva.
Il libro
secondo è intitolato “La Vutmana”, dal nome dell'antico
rituale di combattimento del popolo dei Vindrasi.
Al di là
delle descrizioni fattuali (che vi risparmio perché mi scoccia, non
certo per evitare di rivelarvi troppo, dato che se iniziate a leggere
la recensione del libro dalla seconda parte e poi vi lamentate degli
spoiler il problema è vostro, non certo mio) è da notare
come anche qui Margaret & Tracy mantengano sempre un ritmo
serrato, riescano allo stesso tempo a farci amare e odiare il
protagonista Skylan e ci riservino perfino un bel coup de
théâtre (grazie Big G...) verso la fine del “libro”, con un
climax in perfetta ottemperanza alle regole della buona scrittura.
Lo stesso
duello – La Vutmana – occupa molte pagine senza mai
annoiare o divenire stucchevole – o inutilmente puntiglioso –, e
ve lo dice uno che di solito ha la tentazione di saltare a piedi pari
le scene di lotta (ruotò il polso in modo da rafforzare la presa e
spostò il peso sulla gamba destra, piegando il ginocchio... e dimmi
quando cacchio gli pianta la spada nel cuore cavolo!).
Insomma,
leggere Le Spoglie del Drago continua a rivelarsi
un'esperienza molto simile a guardare un bel film d'azione, e,
aggiungo, gradevole anche per i gusti delle signorine (chiedo venia
per la generalizzazione, ma fidatevi, vi piacerà), in quanto col
prosieguo della vicenda le trame amorose sembrano infittirsi e
complicarsi, e la morale imperfetta dei protagonisti assume un peso
sempre maggiore. Non solo Vichinghi vs Ogre, quindi.
Trovo infatti che l'avere un uomo e una donna in cabina di regia giovi proprio a questo. La costruzione del mondo interiore dei personaggi è molto realistica, sia per quanto riguarda i maschietti guerrieri che per le sacerdotesse.
Belli loro, li sto amando sempre più.
Trovo infatti che l'avere un uomo e una donna in cabina di regia giovi proprio a questo. La costruzione del mondo interiore dei personaggi è molto realistica, sia per quanto riguarda i maschietti guerrieri che per le sacerdotesse.
Bene,
dopo la solita mezza facciatina mi avete stufato. Vado a leggermi il
libro terzo.