lunedì 14 novembre 2016

Recensione - Le Spoglie del Drago parte seconda


Margaret Weis & Tracy Hickman

Le Spoglie del Drago – Seconda parte

Ciclo delle Dragonships libro 1


Come prima cosa un bell'errata corrige.
Le Spoglie del Drago non è diviso in tre libri, ma in quattro (oh, eh, capita. Mi cospargo il capo di cenere mentre sono in ginocchio sui ceci. Contenti? Bene, e se non vi sta bene, quella è la porta. Sì, quella là fondo. Più in fondo. Un po' più in là. Saluti a casa).
Siete ancora qui? Uhm. Allora... Rispetto a quanto detto nella prima recensione confermo il fatto che questo romanzo merita una valutazione per ognuna delle parti in cui è suddiviso. E anche la seconda è estremamente positiva.

Il libro secondo è intitolato “La Vutmana”, dal nome dell'antico rituale di combattimento del popolo dei Vindrasi.
Al di là delle descrizioni fattuali (che vi risparmio perché mi scoccia, non certo per evitare di rivelarvi troppo, dato che se iniziate a leggere la recensione del libro dalla seconda parte e poi vi lamentate degli spoiler il problema è vostro, non certo mio) è da notare come anche qui Margaret & Tracy mantengano sempre un ritmo serrato, riescano allo stesso tempo a farci amare e odiare il protagonista Skylan e ci riservino perfino un bel coup de théâtre (grazie Big G...) verso la fine del “libro”, con un climax in perfetta ottemperanza alle regole della buona scrittura.

Lo stesso duello – La Vutmana – occupa molte pagine senza mai annoiare o divenire stucchevole – o inutilmente puntiglioso –, e ve lo dice uno che di solito ha la tentazione di saltare a piedi pari le scene di lotta (ruotò il polso in modo da rafforzare la presa e spostò il peso sulla gamba destra, piegando il ginocchio... e dimmi quando cacchio gli pianta la spada nel cuore cavolo!).

Insomma, leggere Le Spoglie del Drago continua a rivelarsi un'esperienza molto simile a guardare un bel film d'azione, e, aggiungo, gradevole anche per i gusti delle signorine (chiedo venia per la generalizzazione, ma fidatevi, vi piacerà), in quanto col prosieguo della vicenda le trame amorose sembrano infittirsi e complicarsi, e la morale imperfetta dei protagonisti assume un peso sempre maggiore. Non solo Vichinghi vs Ogre, quindi.

Belli loro, li sto amando sempre più.

 Trovo infatti che l'avere un uomo e una donna in cabina di regia giovi proprio a questo. La costruzione del mondo interiore dei personaggi è molto realistica, sia per quanto riguarda i maschietti guerrieri che per le sacerdotesse.
Bene, dopo la solita mezza facciatina mi avete stufato. Vado a leggermi il libro terzo.

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