Sam Savage
Firmino
Oggi non
voglio parlare di un libro fantasy, ma di un libro fantastico.
Fantastico perché il protagonista è un topo – anzi un ratto
– che legge, suona, balla e sogna. Fantastico perché è
bellissimo.
La prima parola che mi viene in mente per descrivere Firmino è
“jazz”; Firmino è un romanzo jazz.
È caldo e accogliente, fumoso, e sa di carta leggermente ammuffita.
Ha queste caratteristiche perché Sam Savage riesce a far ascoltare
le elucubrazioni del suo ratto, la musica che gli piace, i sapori che
scopre, e le emozioni che prova con una sensibilità che le rende
quasi tangibili.
È jazz perché fino alla fine rimane essenziale e intelligente.
E poi, porca miseria, come fa un appassionato di fantasy a non
adorare un ratto che si pappa libri a tutto spiano e vive isolato in
un mondo fatto solo di romanzi e fantasie, un essere sfigato il cui
unico “amico” (che nella mia testa ha l'aspetto del grasso
sassofonista dei Simpsons) è un aspirante autore di fantascienza
derelitto e solo più di lui?
Ancora: ma l'avete mai visto Sam Savage? Ogni amante del
fantasy dovrebbe averne uno sul comodino!
Come si può non adorare questo romanzo, quindi? Semplicemente, non
si può.
Ho amato Firmino intensamente, come chiunque l'abbia
conosciuto, e come, vi assicuro, farete anche voi.