Terry Brooks
I Viaggi della Jerle
Shannara - libro secondo
Il Labirinto
Continua con Il Labirinto la
“trilogia” (in realtà si tratta, come già era stato per il
ciclo degli Eredi di Shannara, di un unico romanzo diviso in
tre parti) dei Viaggi della nave volante Jerle Shannara.
Dopo aver affrontato –
appunto – un lungo viaggio, che porta il druido Walker e i
suoi compagni a scontrarsi con nuovi e terribili avversari, il gruppo
dei protagonisti si trova di fronte una minaccia molto differente da
ciò che si sarebbe atteso.
Ad aggravare la situazione è
la Strega di Ilse, che col suo seguito di ufficiali della
Federazione e umanoidi a sangue freddo, i Mwellret, è
all'inseguimento dei membri della spedizione di Walker fino
all'estremo e sconosciuto nord, bramosa di vendetta nei confronti del
druido e desiderosa di recuperare antichi e potenti tesori magici
provenienti dal Vecchio Mondo.
Le minacce però risiedono
anche nell'animo e nel passato dei protagonisti, i quali, come sempre
accade nelle storie di Terry Brooks, dovranno intraprendere un
percorso di maturazione personale e dolorosa accettazione delle
proprie fragilità di fronte a clamorose rivelazioni e confessioni
inaspettate eccetera eccetera.
Quello che però mi interessa
sottolineare è come il mitico Terry riesca, di libro in libro, a non
annoiare (beh, dai, solo un pochino). È incredibile come si possa
sfruttare tanto un'idea senza risultare stucchevoli (beh, dai, solo
un pochino).
Ho trovato davvero poche
differenze tra il labirinto de Il Labirinto e la grande città di
pietra (un altro residuato del Vecchio Mondo) in cui si è svolto
l'epilogo della trilogia degli Eredi di Shannara.
In effetti ripensando
all'intero ciclo – almeno alla decina di libri che ho letto –,
l'unico che si stacca dagli altri è La Spada di Shannara (che
però è Il Signore degli Anelli reloaded,
quindi non vale) e forse, in parte, Le
Pietre Magiche, dove
inizia realmente il cammino autonomo dell'intera saga. Per il resto è
tutto un susseguirsi di coppie di protagonisti, un druido, cattivi di
turno e lunghe elucubrazioni mentali con una spruzzata di Re
del Fiume Argento.
Come riesce allora a tenere
milioni di fan incollati alle sue pagine il buon ex avvocato
americano?
Credo che sia merito di
un'attenta mescolanza di questi stessi fattori, unita a quella che a
me piace chiamare “una grande ampiezza di vocabolario” (e in
questo va dato atto anche alle traduzioni italiane).
Insomma,
se è vero che squadra che vince non si cambia, allora coach
Brooks ha trovato una formula
davvero vincente e se la sta tenendo stretta, e noi siamo ben
contenti di rimanere ad affollare gli spalti, in attesa di un'altra
conferma.