G.R.R
Martin
Il Cavaliere dei Sette Regni
Il
libro è una mini-raccolta di tre racconti che hanno come
protagonista un umile cavaliere errante e il suo scudiero, un bambino
di dieci anni.
Contrariamente
a quanto avviene nel ciclo delle Cronache del Ghiaccio e del
Fuoco, questo prequel (è ambientato novant’anni prima
del Trono di Spade) è quasi totalmente privo di scurrilità e scene
di sesso. Rimane un po’ di violenza e iperrealismo nei
combattimenti – è pur sempre Martin! – ma il tono
complessivo è molto più rilassato e spesso i personaggi, anche i
cattivi, appaiono perfino ingenui. Le stesse avventure di Dunk
e Egg inoltre non concorrono a salvare/distruggere l’ordine
costituito dei Sette Regni: i nostri eroi (pure un po’ sfigatelli
in realtà) hanno a che fare col marginale, il periferico, il minore,
sia che si tratti della quest di turno, sia degli aspetti della vita
simil-medievale di Westeros in cui si imbattono.
Credo
sia proprio questo ciò che rende piacevole la triade dei racconti.
Ricorda un po’ le prime partite in una nuova campagna di GdR1,
quando ci si bea dei paesaggi agresti, si dipinge il proprio mulo
come Varenne, e due monete d’argento hanno ancora il potere di
generare lotte fratricide nel gruppo.
Libro
consigliato per due motivi: primo, Martin è sempre meraviglioso
da leggere, scivola via fluentemente persino se si è lettori-bradipo
come il sottoscritto. Secondo, ogni buon monomaniaco del fantasy
deve leggere i prequel e gli spin-off. E questo è anche ciò
che il buon G.R.R. si auspica: distrae i lettori dal produrre
ulteriori maledizioni mortali nei suoi confronti per non aver
più portato avanti la serie.
Va
bene, caro George, tutto molto bello, ma vedi di non morire prima di
aver finito che altrimenti ti veniamo a riprendere.
Con
amore.
1
Per i non avvezzi: Gdr=D&D; D&D=
“adulti” + dadi +birra +n.Kg di manuali di gioco.