by The Gardener87
Regia di Alex Proyas, 1994.
Qualche giorno fa è stato ufficialmente annunciato che l'11 ottobre 2019 uscirà il remake de "Il Corvo", film del 1994 tratto dall'omonimo fumetto indipendente di J. O’Barr, dove vedremo Jason Momoa vestire i panni di Eric Draven, sperando che non gli vadano troppo stretti, vista la notevole differenza di stazza con il suo predecessore Brandon Lee.
Immediatamente mi muovo in cerca di qualcuno con cui condividere i miei timori, reduce dalle cocenti delusioni dei vari reboot/sequel/prequel che infestano le sale cinematografiche negli ultimi anni e ...
“In che senso non hai mai visto Il Corvo?”
Ricordo perfettamente di avere avuto questa conversazione centinaia di volte, anche con le stesse persone, senza che il mio disappunto diminuisse.
Come non avete mai visto il corvo?
Evidentemente abbiamo qualcosa di cui parlare.
Il Corvo del regista Alex Proyas (Io, Robot) è un classico, un vero e proprio cult per dark/hard-rocker e non solo.
Questo adattamento cinematografico del fumetto di J. O'Barr buca lo schermo sia per l'eccellente traduzione del linguaggio dei due differenti media, sia per la tragica sorte del protagonista Brandon Lee, rimasto ucciso durante un incidente di produzione.
In questo capolavoro del gotico moderno il protagonista Eric Draven (Brandon Lee) ritorna dal mondo dei morti per vendicare la propria fidanzata, stuprata e assassinata la notte di Halloween da una banda di balordi al soldo del sinistro Top Dollar, interpretato dal magnifico Michael Wincott, uno dei miei attori preferiti, che non ricordo di aver mai visto interpretare altro che “cattivi” (il cugino dello sceriffo in Robin Hood: Principe dei Ladri, il rapitore in Nella Morsa del Ragno e il capo dei banditi in Alien: Resurrection...), che qui da vita a un morboso ed elegantissimo capobanda che altro non vuole se non “divertirsi come si deve”.
Eric “Il Corvo” è un invincibile Revenant, che intreccia la sua dolorosa storia di vendetta ed estraniante solitudine, con un poliziotto di colore (Ernie Hudson) e una ragazzina un po' sbandata, trascurata dalla madre tossicodipendente.
Nel dare la caccia ai responsabili del brutale omicidio ripercorre i passi della propria storia d'amore, visitando i luoghi in cui lui e Shelley si sono amati e sono morti, ritrovando oggetti e fotografie che evocano i ricordi di una vita finita senza speranza.
La scenografia mette in scena una città malata fatta di degrado e criminalità, desaturata come i sentimenti di chi ne percorre le strade in cerca di qualcosa capace di risollevarli dal torpore in cui si sono rifugiati.
La colonna sonora chiama a raccolta gruppi musicali punk/rock di primissimo piano, primi fra tutti i The Cure, inserendo performance live che riempiono le scene di un mood goth avvolgente come un cappuccio di velluto nero.
I dialoghi e le battute del Corvo-Eric sono stupendi, il suo senso dell'umorismo, il suo atteggiamento buffonesco, le sue rime ricordano il cantante che era stato in vita e che continua a essere nella (non) morte, un umorismo ancora più musicale in lingua originale, senza nulla togliere all'ottimo doppiaggio italiano.
Non da ultime vengono le gustosissime scene d'azione in cui l'eroe dannato affronta con gran stile i depravati criminali che lo ostacolano.
Ma anche per l’invincibile Corvo la situazione può precipitare. Prima che tutto finisca Eric dovrà rischiare qualcosa di molto più importante della propria vendetta personale.
Parlando de Il Corvo parliamo di un classico che trasuda stile a ogni cambio di inquadratura e regala citazioni memorabili a ogni dialogo.
Parliamo di un grande film che anche a distanza di molti anni conserva inalterato il proprio fascino e con un ritmo tuttora assolutamente moderno.
Non vi ho catechizzato a sufficienza?
Correte a vedere Il Corvo prima che continui!