Regia di Alex Garland
Originale Netflix
Annientamento (Annihilation) è il primo romanzo della Trilogia dell'Area X, di Jeff Vandermeer. Nel libro si raccontano le disavventure di una biologa e del suo team di scienziate all'interno della misteriosa Area X, una zona in cui le leggi della fisica e della biologia sembrano essere state sovvertite. La squadra della biologa è l'ultima di una lunga lista, perché nessuno è mai tornato dall'Area X per riferire ciò che aveva visto.
Questo il romanzo, un best seller internazionale che pure un lettore di fantascienza occasionale come il sottoscritto non ha potuto non apprezzare. Poi arriva Netflix e mi mette lì davanti il trailer del film, protagonista Natalie Portman, regia di Alex Garland. Wow, che figata! Guardalo, guardalo... Gollum!
Così lo guardo. La prima mezzora è pura sofferenza: i ritmi sono lenti ed enormemente dilatati, i dialoghi contengono lunghe pause e spesso sono del tutto inverosimili, molto vicini al registro di un fumetto, davvero poco credibili in bocca a persone vere, che oltretutto pronunciano una frase ogni quarto d'ora.
Ad aggravare questa prima impressione negative le musiche, completamente fuori luogo. I brani di chitarra sembrano decisamente più adatti a raccontare l'america rurale in un film di David Lynch, che a sottolineare momenti di tensione in cui l'eroina si aggira furtiva tra l'erba alta cercando di non farsi aggredire dalle strane presenze dell'Area X.
Infine gli effetti speciali: molto spesso hanno un che di posticcio, come accade per i fiori mutanti e per le strane concrezioni che avvolgono gli edifici (e i precedenti visitatori dell'Area). Sembrano ammiccare all'arte di Guillermo del Toro, che si affida più volentieri ad oggetti concreti rispetto alla Computer Grafica, senza però raggiungerne l'efficacia e la potenza visiva.
Quando finalmente la vicenda entra nel vivo, però, devo ammettere che il film si riprende. Annientamento non è un action movie, ma riesce in questa seconda parte a trasferire una buona - seppur non eclatante - dose di tensione, e alcune scene dai tratti decisamente gore, dove il dettaglio truculento però non è mai abusato, inquadrato quel tanto che basta per non snaturare l'equilibrio della pellicola, che cerca sempre di mantenersi in bilico tra il thriller e la sci-fi psicologica.
Nella caratterizzazione dei personaggi risiede a mio avviso un'altra possibilità mancata di Annientamento. Il gruppo della biologa Natalie Portman (lei compresa) è appena abbozzato nei tratti caratteriali e nel vissuto personale, con la caratterizzazione affidata quasi esclusivamente a un breve dialogo durante uno spostamento in barca nell'Area X.
Molte delle stranezze che le ragazze incontrano sono figlie dell'adattamento cinematografico, e non compaiono nel romanzo di Vandermeer; alcune, come le piante antropomorfe e gli strani essere che nuotano nelle acque dell'Area, sono originali e ben inserite nelle atmosfere oniriche che caratterizzato lo strano luogo, nel film più che nel libro.
Nonostante ciò che può sembrare alla fine il bilancio è positivo, e Annientamento pare aver avuto un buon riscontro nelle critiche. Non passerà alla storia come il miglior adattamento di sempre, ma sono molto contento che Netflix stia investendo nel fantastico. Dopo la piacevole sorpresa di Bright, scoprire Annientamento è stato bello, mi auguro che il progetto preveda il completamento dell'intera trilogia.
Anche se questo film prende una direzione piuttosto diversa da quella del primo romanzo della serie (che rimane a finale assolutamente aperto ed è ancora più misterioso), sono davvero curioso di vedere come va a finire, perché il regista Alex Garland è riuscito a trasmettermi la stessa sensazione di vuoto che Truman Capote descriveva così: "Finire un libro" diceva, "è come prendere un bambino, portarlo in cortile e sparargli".
Un grande vuoto, sì, che spero di colmare presto.