TheGardener87
Ho tenuto questo libro a prendere polvere digitale sulla libreria (digitale) per un po', vuoi perché ero impegnato da altre letture (Horus Heresy, sempre e solo Horus Heresy) vuoi perché il fantasy uscito negli ultimi anni, italiano e non solo, mi ha sempre lasciato un po' l'amaro in bocca.
Quando ho finalmente deciso di iniziarlo ero quindi piuttosto titubante, ma questo romanzo è dell'amico di un amico, e mi sono sentito in dovere di leggere un libro presentato al ComiCon nel 2014, scritto da un autore non solo italiano, ma persino della mia stessa provincia.
Racimolata risolutezza a sufficienza per avvicinare le prime pagine, in poco tempo mi sono trovato a leggere un prodotto di qualità e con un racconto dall'impianto classico ma non banale.
Quando ho finalmente deciso di iniziarlo ero quindi piuttosto titubante, ma questo romanzo è dell'amico di un amico, e mi sono sentito in dovere di leggere un libro presentato al ComiCon nel 2014, scritto da un autore non solo italiano, ma persino della mia stessa provincia.
Racimolata risolutezza a sufficienza per avvicinare le prime pagine, in poco tempo mi sono trovato a leggere un prodotto di qualità e con un racconto dall'impianto classico ma non banale.
Questo libro racconta la storia di tre fratelli, Dunwich, Mordraud e Gwern, spinti alla grandezza dalla loro eredità ancestrale, ma inconciliabilmente separati da un destino avverso; sul sito della saga campeggia in prima pagina il motto "ogni famiglia racchiude in sé i drammi del mondo", quindi possiamo aspettarci che per questi disgraziati le cose non andranno troppo bene.
La narrazione si apre con un flash forward, una scena collocata alla fine dell'intera trilogia e anticipatrice dell'epilogo, ma, se siete come me, la meta non significa niente senza il viaggio necessario a raggiungerla, perciò sono andato avanti per scoprire quali vicende avevano portato a una simile conclusione gravida di malinconia, e che promette sottovoce nuove tempeste; una volta girata l'ultima pagina posso dire che il primo terzo del viaggio è stata una piacevole sorpresa.
La narrazione si apre con un flash forward, una scena collocata alla fine dell'intera trilogia e anticipatrice dell'epilogo, ma, se siete come me, la meta non significa niente senza il viaggio necessario a raggiungerla, perciò sono andato avanti per scoprire quali vicende avevano portato a una simile conclusione gravida di malinconia, e che promette sottovoce nuove tempeste; una volta girata l'ultima pagina posso dire che il primo terzo del viaggio è stata una piacevole sorpresa.
Lo stile è un po' crudo, molto terreno e magari con un registro un po' troppo contemporaneo, in particolare nei dialoghi, dove l'autore fa frequente ricorso alle parolacce, forse con l'intento di rendere la narrazione viscerale e dare ai personaggi voci più realistiche; personalmente ritengo che nel fantasy "classico" l'uso di termini scurrili renda i dialoghi più spigolosi, spogliando l'atmosfera di qualcosa del suo fascino dal sapore antico, ma si tratta di un'opinione strettamente personale.
Nel corso della storia alcune rivelazioni sono seminate con tale cura e anticipo che quando arrivano c'è ormai poco da scoprire, ma nonostante ciò le pagine scorrono veloci, con una sapiente alternanza tra i punti di vista dei diversi protagonisti.
Tutti e tre i personaggi principali sono ben caratterizzati, dotati di pregi, e – soprattutto – difetti, che li rendono molto umani: la loro debolezza e occasionale superbia smorzano l'eccezionalità delle doti, favorendo molto l'immedesimazione negli eroi e nel loro dramma familiare, specchio di quello delle fazioni in contrasto.
Tutti e tre i personaggi principali sono ben caratterizzati, dotati di pregi, e – soprattutto – difetti, che li rendono molto umani: la loro debolezza e occasionale superbia smorzano l'eccezionalità delle doti, favorendo molto l'immedesimazione negli eroi e nel loro dramma familiare, specchio di quello delle fazioni in contrasto.
Mordraud e Dunwich sono i protagonisti del primo libro, riservando a Gwern un percorso sicuramente importante che verrà a maturazione nei seguenti capitoli: i fratelli crescono diventando persone diverse, seppur simili nel profondo, segnate dall'ambiente culturale in cui sono immerse e da coloro che le guidano nel difficile passaggio tra infanzia ed età adulta, arrivando a far sfociare in scontro armato il rancore mai sopito, ribollente già dalle prime pagine.
Questa saga non è composta da tre capitoli separati ma è un unico arco narrativo diviso in tre libri, perciò, finito il primo libro, se volete sapere come si è arrivati alla scena di apertura, sarete costretti a leggere anche gli altri due, anche se io non l'ho ancora fatto.
Horus Heresy.
Sempre Horus Heresy.
Ho perso il conto di Horus Heresy.
Ma come va a finire questa saga di Mordraud voglio proprio scoprirlo.
Horus Heresy.
Sempre Horus Heresy.
Ho perso il conto di Horus Heresy.
Ma come va a finire questa saga di Mordraud voglio proprio scoprirlo.
Questo primo libro della saga di Mordraud magari non è perfetto, ma sicuramente ha qualcosa da raccontare, e, in questo panorama fantasy asfittico con in prima linea scritti mediocri, o ancora peggio, niente affatto fantasy (distopico=fantasy, fantascienza=fantasy, un RAL oltre 30.000€=fantasy) fa sperare che il rinnovamento di questo genere importante non sia solo un'utopia, e che magari potrebbe muovere qualche passo anche in terra nostrana.