lunedì 9 ottobre 2017

Recensione - Blade Runner 2049

Ridley Scott

Blade Runner 2049 [no spoiler]

di The Gardener87

La fantascienza nel corso degli anni ha avuto numerose occasioni di dare il suo contributo al mondo del cinema, e in poche occasioni quel contributo è stato importante come quello del primo Blade RunnerEra dunque inevitabile che prima o poi qualcuno decidesse di farne un sequel, e dopo avere visto Alien: Covenant ero pronto al peggio.

Ma andiamo per gradi e vediamo punto per punto i vari aspetti positivi e negativi di questa pellicola.
Innanzitutto, come suggerisce il 2049 dopo il titolo, il film è ambientato 30 anni dopo le vicende di Rick Deckard, quindi è effettivamente un sequel e non un prequel.
Gli scenari sono molto suggestivi: la distopica metropoli si mostra in tutta la sua alienante magnificenza, resa ancora più sfavillante da effetti speciali di prim'ordine.
I palazzi vertiginosi e le immense insegne tridimensionali interattive conferiscono un aspetto estremamente cyberpunk alla città, arricchita dall'immancabile fan-service in cui vengono ripresentate location e abiti molto simili a quelli visti nella precedente pellicola.


Questi scenari però hanno un piccolo neo: proprio perché tutto è così bello finiscono per risultare leggermente fuori contesto; la città è perfetta, anche le prostitute sono impeccabili nel loro look futuristico, con gli elementi di degrado quasi tutti confinati al di là delle mura cittadine, a differenza della vecchia pellicola, dove la città prendeva vita proprio dall'alternanza delle sterili sale dei grandi palazzi con strade sporche e piovose brulicanti di folla multietnica.

Le sonorità della colonna sonora sono molto simili a quelle scelte da Vangelis nel 1982 e ci fanno dire proprio “musiche da Blade Runner”, anche se forse a tratti sono un po' troppo epiche e “bassose”.

Gli attori protagonisti sono tutti molto bravi e Ryan Gosling riesce molto bene in una parte tutt'altro che facile, dando vita a un personaggio in conflitto con la propria esistenza che scopre poco alla volta il peso dell'umanità. Poi Harrison Ford, che interpreta... Harrison Ford, come sempre alla grande, e anche Edward James Olmos fa una piccola comparsa insieme ai suoi celeberrimi origami.


Gli antagonisti invece risultano ben poco credibili, non per carenze attoriali ma per lo scarso spessore dei personaggi, che scadono in banali cliché da cattivi anni '80; le motivazioni degli androidi in fuga del primo film e del visionario signor Tyrell sono tutte plausibili, con azioni riconducibili alla logica dei personaggi, mentre questi nuovi avversari sembrano più che altro dei sociopatici disturbati proprio per la mancanza di chiarezza dei loro progetti e la scarsa coerenza di alcuni presupposti di base della storia.

Veniamo infatti alla parte più dolente di Blade Runner 2049: la storia.
Ammetto che per la fantascienza sono piuttosto pignolo (molti direbbero che sono un rompi...), però credo che in qualunque racconto di qualunque ambientazione debba rispettare in maniera rigorosa le proprie regole di coerenza interna, perché venendo meno questi presupposti, anche per poco, l'intera storia perde consistenza e tutto si annacqua tra i "se" e i "ma" che uno spettatore attento andrà a  sollevare.


Se nell'introduzione si dice che i vecchi Nexus 8 vengono “ritirati” dai Nexus 8s perché la precedente generazione non ubbidisce agli ordini, mentre la nuova sì, allora i gli 8s DEVONO obbedire senza esitare; la loro stessa esistenza si basa su questo presupposto. Non è una grande anticipazione dire che questo non accade. Inoltre questi nuovi modelli non vengono affatto dipinti come schiavi, non sono i muli da soma che ci aspetterebbe da esseri creati solo per servire, bensì tizi che vivono in piccolo appartamento (simile a quello di Deckard ma più ordinato e illuminato), ricevono benefit sul lavoro, e possiedono beni di conforto assolutamente inutili per un androide senz'altra identità oltre al proprio numero di serie.


Il ritmo della narrazione non è rapido, dilatato da drammatici silenzi, intensi primi piani e qualche scena veramente priva di significato, portando la pellicola alla ragguardevole durata di 163 minuti, che se non siete bravi nelle divisioni sono 2 ore e 43 minuti, un po' troppo per riuscire a mantenere sempre alta la tensione e l'interesse del pubblico in sala.

Alla luce dei fatti Blade Runner 2049, pur essendo un film piacevole, non raggiunge i fasti del predecessore e finisce per perdersi come lacrime nella pioggia.


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