Ho deciso di scrivere questo post perché c'è davvero bisogno di una bella pulizia. Non è possibile che la rete sia invasa da tanta spazzatura.
È meraviglioso che tutti possano scrivere, è pessimo che tutti possano pubblicare (per questo vi sollazzerò con cover come questa, così capite).
In certi campi la democrazia non è applicabile: se qualcuno sostiene che 2+2=5 la sua opinione non va rispettata. Gli si dimostra che ha torto e, se continua, lo si prende a randellate nei denti.
In arte è lo stesso. Un cesso in mezzo a una stanza non è un'opera d'arte perché se l'arte è negli occhi di chi guarda allora nulla lo è oggettivamente. La teoria della comunicazione insegna che il codice deve essere condiviso tra mittente e destinatario. Se il sedicente artista non mi spiega per filo e per segno perché ha messo un cesso in una stanza, di fatto non sta comunicando nulla. Ergo, niente arte, e il randello di prima torna buono...
La letteratura ovviamente è arte, ed è un'arte costituita da comunicazione allo stato puro; occorre perizia e mestiere per fare lo Scrittore. Giusto provarci, ma bisogna studiare.
Tanto per dar peso a questo ragionamento mi fa piacere citare Ernesto Hemingway, il quale, con estrema delicatezza ci ricorda che: "la prima stesura di qualsiasi cosa è merda". Bene, il 99% del fantasy che si trova online (e mi limito al genere che mi è più familiare) è una prima stesura. A voi la conclusione del sillogismo.
Ad aggravare la situazione aggiungo che si tratta della prima stesura di gente che non conosce il mestiere. Quindi alla massa dei refusi e degli orrori grammaticali si vanno a sommare un vocabolario da terza media e l'assoluta mancanza di struttura, di coerenza, di climax e più o meno ogni altra cosa definisca un romanzo come tale.
Anche io da grande volevo fare l'autore esordiente (o "emergente", come se si potesse emergere da questo mare di mediocrità solo per aver pubblicato altra cacca, di fatto, alimentando un loop terrificante), però, quando la mia Casa Editrice ha chiuso i battenti, io ne ho approfittato per studiare. Così, corsi di scrittura e manuali di sceneggiatura alla mano, mi sono reso conto di quanto non fossero buoni i miei lavori. Risultato: essi sono tornati nei proverbiali cassetti, ed è lì che rimarranno finché non saranno davvero all'altezza, se mai avverrà.
Poi continuerò a scontrarmi col mercato dell'editoria e le sue difficoltà, ma con la consapevolezza di lottare con armi non spuntate.
Ma veniamo al dunque: siccome tutto questo sfogo è nato dalla lettura di alcuni pseudo autori, mi fa più che piacere passare a esempi concreti.
Il primo (tanto per buttar lì un po' di contraddizione) non è in realtà opera di un esordiente, ma il risultato di un lavoro di traduzione grossolano figlio a sua volta di un mercato che fa della quantità - e non della qualità - il suo fine principale (ed è incentivato dalla totale mancanza di cultura letteraria del pubblico di casa nostra. "Eh, bravo lui, se non gli piace allui allora èbbrutto, ma tutti i gusti so' gusti" direte voi. Sì, finché non mi volete convincere che 2+2 fa 5, poi è randello).
Prima però, a Cesare quel che è di Cesare, ovvero, prima le scuse.
Mi scuso. Mi prostro, non lo faccio più. Ma ero in vacanza e cercavo un librino aggratis da scaricare. Ho scritto fantasy su Amazon ed è uscito questo "Cara's Twelve" (motivo per cui dovrebbero essere LORO a scusarsi...).
Ogni tanto il romanzo di uno sconosciuto lo prendo su, sai mai. E poi ammetto che mi piacciono le atmosfere da salottino inglese alla Jane Austen (motivo per cui ho subito adorato Robert Jordan e le sue Aes Sedai). Insomma, più o meno sapevo a cosa andavo incontro. Più o meno.
Salto direttamente al 35% del libro, perché la prima parte al massimo pecca di ignavia. Ma qui cominciano le perle.
Al 35% del libro si legge: "mi fermerò in ogni momento, okay?"
OKAY? In un libro "fantasy", okay? Va bene che lo scopo (variare l'accento sulla prima O per scoprire il leitmotiv del romanzo) di sta roba è altro dalla narrativa, va bene che gli uomini sono tutti così
e le donne tutte così
e che per salvare il mondo l'unica cosa da fare sia trombare come vulcaniani durante il Pon Farr,
va bene la traduzione piena di refusi - che magari la poveretta la pagano 1€ a collana - e il vocabolario che è, come si diceva, da terza media.
Va bene tutto. Ma OKAY NO!
Ma se il primo terzo di libro è solo noioso, adesso subisce una svolta grottesca. La protagonista (un mignottone - finora solo potenziale - di proporzioni gargantuesche, che ha un "mancamento" ogni volta che un maschio le passa accanto) ha appena porneggiato nel bosco - senza alcun motivo ammissibile nell'ottica del personaggio che era stato mostrato fino a quel momento - donando la sua virtù al primo che passava (giuro: al primo che passava). Arriva un altro maschione del suo entourage, la porta nel carro e le dice - attenzione perché questa è fantastica - : "ora ti devo pulire." ORA TI DEVO PULIRE???
Cara è prossima a diventare regina, è perfettamente sana (magari un po' stanchina di chinarsi per... raccogliere funghi nel bosco, ma sana), e questo la deve pulire???
Lettrici, ma compratevi un abbonamento a iuporn che lì la gente è più credibile!
E poi il finale, beh, non lo so come va a finire (ma lo immagino!), non ce l'ho fatta. A metà l'ho abbandonato. Questa roba uccide la credibilità del fantasy. Beninteso, per me potete leggervi quello che vi pare, ma nelle librerie, che siano fisiche o digitali, sta roba non va accostata al genere fantasy. E' per questo che Martin non finisce il Trono di Spade, perché gli viene un infarto ogni volta che vede gli scaffali delle librerie. E se muore prima di terminare, io so già con chi prendermela.
Altro giro altro regalo di questa mia breve escursione tra le zozzerie della rete.
Il cacciatore di pietre, di A.H. Den.
Di questo ho letto solo l'anteprima: 46 (non 3, non 10: 46) pagine di refusi, contestualizzazione approssimativa, personaggi incomprensibili, ambientazione fumosa (è Fantasy? Fantascienza? Steampunk? Cosa! Cosa?!) e narrazione frammentata in millemila cambi di scena.
Inoltre, ditemi, voi, se, non, vi, rompereste, i, maroni, a, leggere, frasi, scritte, tutte, così.
Un editor cieco avrebbe risistemato (almeno) la leggibilità dell'anteprima in un'ora di lavoro.
A onor del vero va spezzata una lancia (possibilmente sulla schiena) a favore di tutti quelli che hanno il sogno di scrivere e non vengono aiutati dalle Case Editrici.
Eh sì perché se chi si autopubblica di solito è reo di lesa maestà nei confronti della Scrittura, chi si rivolge da neofita, magari con delle buone idee da sgrezzare (spesso, nelle prime stesure gettate in pasto alla rete ci sono ottimi spunti), a supposti professionisti del settore, dovrebbe vedersi affiancato un correttore di bozze, un editor, un disegnatore, insomma, qualcuno che gli dica:"questo fa schifo, questo va tolto, questo si valorizza così" ecc (tipo: smettetela di usare le D eufoniche, cacchio!).
E invece la maggior parte delle CE minori, soprattutto quelle digitali, non fa nulla di tutto ciò, col risultato che la galassia degli isbn si arricchisce di continuo di nuove "perle" che non subiscono alcun tipo di filtraggio o di miglioramento. Il tutto a fronte di percentuali di royalties ingiustificatamente basse, che assegnano allo pseudo scrittore sì e no un terzo del guadagno quando va di lusso (anche se di solito di guadagno, per lo scribacchino, in questi casi non se ne vede, perché esistono quasi sempre franchigie che mettono al sicuro lo pseudo editore dall'elargizione di compensi. E dell'editoria a pagamento non voglio neanche parlare).
Quindi, in conclusione, mi permetto da Signor Nessuno (sono a casa mia in fondo, quindi pontifico quanto cavolo mi pare) di consigliare a chiunque intenda scrivere di studiare, studiare e studiare, e poi affidarsi a un revisore professionista (sì lo so, costano, ma è per il vostro bene, per quello della vostra tecnica, della qualità dell'editoria italiana e soprattutto per il mio, che non ne posso più di leggere schifezze). Solo dopo questo step potrete e dovrete cominciare a lottare per pubblicare (e non autopubblicare).
Se non avete voglia e/o capacità di sudare sangue, riscrivere, fare autocritica, buttare nel cesso interi capitoli, beh, il vostro hard disk è un posto caldo e sicuro, lontano dalla tempesta. Tenetelo lì il vostro romanzo, và.
Chiudo con la preghiera delle due di notte.
Vi prego, lettori e colleghi bloggettari, smettetela di alimentare il loop di visibilità di sta roba con recensioni sbrodolanti e profusioni di stellette che neanche la notte di san Lorenzo.
Smettetela anche, pseudo scrittori, di farvi le recensioni da soli.
Inoltre smettetela, tutti, di taggare come fantasy romanzi erotici, rosa, urban, romance, distopici, e soprattutto vampireschi dove adolescenti trombano lupi mannari che salvano angeli che trombano demoni che sono in realtà vampiri adolescenti arrapati.
Basta, davvero. Ho parlato con Tolkien l'altra sera. Mi ha detto che gli avanza un troll di caverna. Smettetela o ve lo faccio scatenare contro finché non restituirete il fantasy ai legittimi proprietari.