di TheGardener87
LA CADUTA DI HYPERION
I Canti di Hyperion (The Hyperion Cantos) di Dan Simmons sono una saga composta da quattro libri: Hyperion (1989), vincitore dei premi Hugo e Locus, La caduta di Hyperion (1990), Endymion (1995) e Il risveglio di Endymion (1997).
In questa recensione tratterò in particolare dei i primi due volumi, che costituiscono il primo arco narrativo dei Canti.
La saga de I Canti di Hyperion è un classico della fantascienza che riporta alla memoria le atmosfere della serie dei romanzi 'Urania'.
In questo futuro remoto l'umanità ha colonizzato pianeti dispersi tra stelle lontane, e ha costruito una fitta rete di teletrasporti dalla quale mondi altrimenti inabitabili sono del tutto dipendenti: esistono persino corsi d'acqua che grazie ai portali scorrono attraverso diversi pianeti, e ricchi proprietari che possono permettersi dimore sontuose in cui ogni porta si affaccia su un mondo diverso.
In quest'epoca di progresso però non sono scomparsi né crimine né conflitti armati, e numerosi pianeti celano misteri e segreti: reliquie di razze estinte, nuove religioni ed etnie con un loro peculiare approccio alla vita e alla tecnologia, come la Chiesa della Redenzione Finale, e gli enigmatici Templari, guardiani del pianeta Bosco Divino.
Al di fuori dell'Egemonia, l'unione dei pianeti della civiltà umana, esistono altri poteri: il Tecnonucleo, formato dalle intelligenze artificiali separatesi dai loro creatori per formare una comunità isolata ma cooperante con l'Egemonia, e gli Ouster, esseri umani che hanno viaggiato nello spazio tanto lontano e tanto a lungo da avere perso i loro connotati originali.
Gli Ouster hanno alterato profondamente la propria fisiologia tramite l'ingegneria genetica, fino a divenire una razza separata, e gli unici contatti che i pianeti dell'Egemonia hanno coi loro sciami sono violenti e brutali: questi alienati barbari dello spazio sono guerrieri spietati, e i pochi sopravvissuti agli scontri riferiscono eventi di terrificante crudeltà.
Dopo essere a lungo andati alla deriva gli Ouster stanno tornando verso lo spazio dell'Egemonia, e lo scontro finale tra le due civiltà è ormai imminente.
In questo variegato panorama un gruppo di persone viene convocato dal leader dell'Egemonia per compiere un pellegrinaggio sul pianeta Hyperion, alle Tombe del Tempo, misteriose strutture che provengono da un futuro lontano per le quali il tempo scorre al contrario, ormai prossime all'allineamento temporale col presente. Le Tombe del Tempo sono vigilate da una spaventosa creatura: un mostro cromato chiamato Shrike, venerato come una divinità della fine dei tempi.
In Hyperion i pellegrini, durante il cammino verso le Tombe del Tempo, raccontano ciascuno la propria storia, svelando i motivi per cui si sono uniti a questo strano viaggio, riproponendo la struttura de I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucher, uno dei tanti elementi che rivelano la profonda cultura letteraria di Simmons e la grande influenza che essa ha esercitato sui suoi scritti. Questi romanzi dalla scrittura magistrale sono davvero fitti di riferimenti letterari, che non solo ritroviamo nelle citazioni e nella formulazione dei periodi, ma si insinuano nella trama fino a diventare personaggi della vicenda.
Nel secondo libro, La caduta di Hyperion, la narrazione si allarga ad abbracciare gli eventi al di fuori del pianeta Hyperion, indagando i rapporti dell'Egemonia col Tecnonucleo mentre la storia si evolve rapidamente verso il climax.
La variabile tempo è fondamentale in questi romanzi, una variabile fluida e mutevole: i racconti dei pellegrini ci portano a diversi momenti del passato, oppure in un tempo soggettivo, sia per gli effetti dei viaggi spaziali alla velocità della luce, che per quelli del campo anti-entropico delle Tombe del Tempo. Il passato di uno dei pellegrini potrebbe essere il futuro di un altro: a volte non è possibile distinguere con chiarezza, almeno fino al momento in cui l'intreccio degli eventi viene finalmente alla luce.
La narrazione è molto fluida, piena di mistero, suspense e colpi di scena. Gli eventi descritti sono spesso drammatici, con poco spazio per l'umorismo e la leggerezza, e tutto il racconto è focalizzato sul proseguimento della trama: anche eventi apparentemente distanti dalla vicenda dei pellegrini, venendo a maturazione, si andranno a innestare perfettamente nella struttura del racconto.
Nel finale le storie dei protagonisti giungono a una soddisfacente conclusione, lasciando alcune aperture sulle quali saranno basati i due romanzi successivi dei Canti: Endymion e Il Risveglio di Endymion.
Endymion e Il Risveglio di Endymion, i romanzi conclusivi del ciclo di Hyperion, si svolgono tre secoli dopo la fine de La caduta di Hyperion, anche questi sono racconti di pregio, ma non incalzanti quanto i precedenti, mancando di quel complesso intreccio di punti di vista e tematiche che rendono tanto coinvolgenti i primi due. La seconda metà dei Canti svela però molte cose sugli Ouster, sugli eventi intercorsi negli intervalli temporali non trattati in precedenza, sulla sorte dei pellegrini e sull'universo di Hyperion in generale.
Una menzione particolare spetta al misterioso Shrike: una creatura spaventosa, le cui apparizioni sono sempre cariche di tensione, la cui muta presenza è capace di suggerire molti segreti: egli è il custode delle Tombe del Tempo e il destino che ha in serbo per le proprie vittime è tra i più atroci e cruenti. Per alcuni è un messia, per altri una musa, per altri ancora una nemesi; terribile d'aspetto e dotato di capacità metafisiche spostandosi lungo il fiume della storia lo Shrike è divenuto, nel proprio tempo soggettivo, antico e tenebroso, una creatura da incubo che merita senza dubbio un posto nel pantheon dei mostri sacri della fantascienza.
In conclusione questi Canti di Hyperion hanno tutto il diritto di essere annoverati tra i capolavori della fantascienza, e sono infatti considerati una delle opere di scifi "epica" più importanti della fine del XX secolo.
Dan Simmons è uno scrittore di grande talento, capace di infondere i suoi romanzi imprevedibili e complessi con un'atmosfera propria dell'epica classica, ricca di pathos e coinvolgimento, caratteristica propria della sua intera produzione letteraria, in cui si innestano raffinate citazioni senza rendere pesante la lettura.
Perciò tuffatevi in questo viaggio ai confini della fantascienza, che vi porterà là dove nessun altro è mai giunto prima.