Marion Zimmer Bradley
La Donna del Falco
O meglio: Hawkmistress! che in inglese fa sempre più figo. Anzi: Più Figo!
Terzo capitolo (in rigoroso ordine evenemenziale a partire dal Naufragio sul pianeta del sole rosso) della saga di Darkover, e seconda eroina che tenta di barcamenarsi nei giochi di potere che animano le lotte intestine tra le antiche e bellicose casate degli Hellers.
E del Potere - il suo - ne avrà davvero bisogno Romilda MacAran, tra fughe disperate, prevaricazioni, una famiglia che non la comprende, un mondo meschino declinato al maschile, sotterfugi e una guerra incombente di cui, suo malgrado, si troverà protagonista. Per sua fortuna la capacità di comunicare mentalmente con gli animali sembra essere una delle più richieste tra i Signori della Guerra di quelle parti.
Questo il libro in sinossi.
Della Bradley non posso che continuare a dire bene (e ci mancherebbe) e ho voglia di andare avanti con la serie, perché è composta da romanzi maturi che trattano con grande delicatezza anche tematiche difficili come l'omosessualità e la "femminilità", senza porsi veti ma anche senza indulgere in stucchevoli dettagli tecnici, sorvolando spesso sulle descrizioni di battaglie (che personalmente mi annoiano) e lasciando molto spazio al mondo interiore dei personaggi. Mi piace un sacco anche il sapore vintage (e l'odore, visto che ormai si trovano solo fondi di magazzino dall'aroma "tartufato") della scrittura della Bradley.
Però alla fine della fiera io sono masculo, tengo la mente semplice, mi dovete dare Morte Sangue & Distruzione, cibo e sonno. Due vichinghi ogni tanto. Queste sono le mie necessità primarie, perciò a volte mi pare che qui si tiri un po' troppo verso l'Harmony.
E poi, prima di imbarcarmi in questa lunga, lunghissima avventura Darkoviana, sono rimasto affascinato dalle favoleggiate Pietre Matrici, attraverso le quali pare si possano fare sfaceli magici e meraviglie tecnologiche, e fino a qua, a parte qualcosina in La Signora delle Tempeste, di Pietre Matrici, manco l'ombra.
Sono rimasto affascinato dalla strana fauna locale di Darkover, tra cui le strane creature che sarebbero poi state chiamate Elfi, e fino a qua, di Elfi manco l'ombra.
Dov'è sta roba? Dove cavolo è? La voglio!
Sì, insomma, manca un po' d'azione, soprattutto perché le allusioni alle Torri e ai Circoli di Potere, alle invenzioni ottenute grazie all'uso delle Pietre Matrici, non fanno che ingolosire per poi deludere, dato che rimangono sempre sullo sfondo.
Infine lo scarso interesse dell'autrice per le robe da maschi è sfociato nella quasi totale mancanza di climax finale. Il libro mantiene un tono sommesso dall'inizio alla fine, che, se da un lato secondo me è uno dei punti a favore della scrittura della Bradley, dall'altro è un po' castrante.
E dai, nelle ultime tre pagine ce lo potevi mettere un cyborg-drago-fiammeggiante-non morto extraplanare a rendere la serata frizzantina!
Ma che ti devo dire tutto io?