A distanza di 8 anni dalla pubblicazione di Rex Tremendae Maiestatis, con Eymerich Risorge tornano le avventure del mitico e terribile inquisitore aragonese Nicolas Eymerich, uno degli antieroi più spietati (e al tempo stesso più amati) della narrativa fantastica contemporanea.
Il precedente capitolo della saga è ambientato nel 1372, e Valerio Evangelisti ci rende noto che Eymerich "morirà" solo nel 1399 (virgolette d'obbligo per il nostro protagonista, il cui destino è sempre legato a doppio filo ad avvenimenti di diverse linee temporali).
Tra questi due momenti intercorrono ben 27 anni, ed è quindi con estrema gioia che finalmente si ricomincia, anno 1374, con la speranza che la resurrezione di Eymerich sia foriera di numerosi altri romanzi. La cadenza biennale nell'ambientazione è infatti abbastanza regolare nei libri precedenti, e inoltre c'è il fatto che per assicurarmi di questa continuità ho rischiato di incorrere nel reato di stalking.
In occasione dell'ultimo Nightmare Film Festival di Ravenna, rassegna a cui Valerio Evangelisti spesso partecipa, ho avuto modo di minacciarlo bonariamente se non avesse riempito questo iato temporale con altri mille - millecinquecento romanzi del ciclo di Eymerich (e ovviamente mi sono anche fatto autografare una copia di Eymerich Risorge!).
Il buon Valerio ha fortunatamente deciso di non perseguirmi, e mi ha anche rivelato che è già al lavoro sul romanzo successivo! Lunga vita a Eymerich! Lunghissima vita a Valerio Evangelisti!
Dunque... Come traspare velatamente da questa premessa, non sono un revisore imparziale degli scritti di Evangelisti. Sono un fan, una specie di groupie con la barba.
Questo però mi rende anche esigente: la saga di Eymerich è infatti una delle poche che, a mio modo di vedere, non ha avuto cali particolari negli ormai undici volumi pubblicati. Ergo, le aspettative per Eymerich Risorge erano alte.
Il primo impatto con la storia le soddisfa tutte. Ritroviamo Eymerich, lo stesso cipiglio, la ritrosia al contatto fisico, il disgusto per gli insetti, la sporcizia e l'umanità più gretta (e buona parte della restante), la logica stringente. Inoltre, in men che non si dica l'inquisitore è di nuovo circondato da tutti i vecchi compagni di avventure, da mastro Gombau al fido padre Corona, la cosa più simile a un amico che il domenicano di Catalogna abbia mai avuto. Ritroviamo anche Marcus Frullifer, lo scienziato del futuro padre della teoria degli psitroni.
Insomma, in poche pagine lo stile fluido di Evangelisti ci riporta dritti all'inizio, a "Nicolas Eymerich, inquisitore", senza che mai traspaia la sensazione di già visto o di un occhieggiare ai propri lettori del tipo: eh, visto chi c'è? Visto chi è tornato? O forse un po' sì, ma chissenefrega, era esattamente quello che volevo.
E come disse una volta un grande saggio: squadra che vince non si cambia. Oh.
Tornado alla trama, questa volta Eymerich è sulle tracce dell'enigmatico Francesc Roma, un ecclesiastico tacciato di pratiche stregonesche e addirittura di bilocazione, e il compito di rintracciarlo gli viene assegnato addirittura da papa Gregorio XI.
Le peripezie del domenicano si svolgono sulle Alpi al confine tra Italia e Francia, tra antiche abbazie, oscure caverne, sepolcri di pietra, Ospitalieri, Valdesi e strani fenomeni celesti.
La caccia all'eretico Francesc Roma sarà condotta da Eymerich con la consueta spietatezza, ma anche con una - questa volta inconsueta - vena tollerante, dovuta forse all'età avanzata dell'inflessibile sacerdote.
Il romanzo, godibile e scorrevole, è tuttavia è privo di un climax finale degno dei capitoli precedenti della serie, rispetto ai quali Eymerich Risorge è forse più rilassato e meno potente. Alcune delle sottotrame paiono lasciate in sospeso, senza che il romanzo abbia un finale aperto a giustificarne l'abbandono.
Nonostante ciò sarò morto, prima di appioppare un giudizio negativo alle storie del terribile inquisitore di Gerona (temo abbia ancora il potere di raggiungermi e sottopormi a tratti di corda o alla tortura dell'acqua), e confermo che anche con questa leggera inconsistenza nel finale, Eymerich Risorge ci voleva, così come saranno più che ben accolti i futuri capitoli che Evangelisti vorrà regalarci.