mercoledì 8 novembre 2017

Recensione - I Troll

Christoph Hardebush

I Troll



Il fantasy tedesco è decisamente sottovalutato. Lo avevo intuito con I Goblin di Karl Heinz Witzko, spassosissimo e ben strutturato, e poi con La Dannazione dei Nani, di Frank Rehfeld, appassionante sfida tra letali elfi scuri e, appunto, caparbi e combattivi nani (peccato davvero che questa serie non sia stata tradotta per intero), e lo vedo confermato da questa nuova (per me) saga "monografica" dedicata ai Troll.


I Troll è un volume poderoso di più di seicento pagine, e ammetto che mi ci sono avvicinato con timore; non tanto per la mole in sé, quanto per il fatto che se si fosse rivelato una schifezza per sottosviluppati come le Cinque Stirpi di Heitz (eh, sì, anche tra gli alemanni ci sono le eccezioni), sarei stato costretto a un calvario lungo e doloroso per arrivare alla fine.
Invece I Troll conquista fin dalle prime righe, e che sia un romanzo godibile appare chiaro se si pensa che per ben ottanta pagine il protagonista Sten se ne sta chiuso in una gabbia. Sfida non semplice per il narratore, eppure vinta.
I Troll - e il buon Hardebush - ci catapultano, come quasi sempre avviene nella deutsche fantasy, nel cuore ancestrale della narrativa fantastica, in mezzo a foreste oscure e alle creature del mito. Troll, nani, goblin, elfi, sono piuttosto lontani dai loro omologhi a stelle e strisce, pur rimanendo vicini ai topoi tolkeniani a cui il genere fantasy non potrà - e non dovrà - mai rinunciare (beccati questo, originalità!).


L'ambientazione de I troll è decisamente mitteleuropea, con sonorità che vanno dal ceco, al polacco (Sten, il protagonista, è un Wlachako...), fino al rumeno (Pietru), e a volte risultano persino difficili da pronunciare, ma anche questo per me è un pregio. Una scelta in linea con quelle che hanno portato alla ormai celebre traduzione polacco - resto del mondo della splendida saga di Geralt di Rivia di Andrzej Sapkowski. E un plauso anche ad Armenia che ha avuto il merito di distribuire nel nostro paese questa serie di autori e romanzi decisamente meno conosciuti di quanto meriterebbero. Ora so per certo cosa farò dopo aver letto tutte le saghe più famose: fantasy tedesco come se non ci fosse un domani!


Ma veniamo alla vicenda. I Masridi hanno invaso la terra dei Wlachaki, patria del protagonista, il ribelle Sten cal Dabran, e sullo sfondo delle lotte tra invasori e rivoluzionari si muovono inquiete le creature del sottosuolo: i nani e i possenti troll, con cui suo malgrado il nostro eroe si troverà presto a stretto contatto.

Una potenza misteriosa sta flagellando i Troll, indebolendoli nella loro millenaria faida contro i nani, mentre in superficie, il potente Zorpad, capo degli invasori Masridi, è sul punto di far scoppiare un conflitto per legittimare il proprio dominio sulla Wlachkide.

Beh, insomma, il romanzo si fa voler bene nonostante la lunghezza. Mi ha appassionato e fatto passare numerose belle serate. Il ritmo rimane quasi sempre sostenuto, il tono è sempre leggero e le avventure di Sten e compagni (grossi e pericolosi compagni) gradevoli e coinvolgenti.
Unica nota stonata, forse, il finale un po' moscetto, quasi senza climax, che però non mi impedisce di straconsigliare questa lettura a chiunque ami davvero il genere fantasy.