giovedì 12 gennaio 2017

Recensione - La Dannazione dei Nani

Frank Rehfeld

La Dannazione dei Nani



Al contrario dell'illeggibile (a meno di non aver ancora compiuto i sette anni) Le Cinque Stirpi (e suppongo anche il resto della saga, che mai e poi mai proseguirò) di Markus Heitz, un insostenibile calvario di seicento pagine di avventurine per fanciulli minorati - che arrivare alla fine è stato più o meno come sedersi a guardare la vernice della sala che si asciuga dopo aver subito una lobotomia frontale -, La Dannazione dei Nani del (a me) sconosciuto Frank Rehfeld, ci è piaciuta.

E' il secondo tomino di deutsh fantasy che mi trovo a sfogliare negli ultimi tempi (il calvario è di un paio d'anni fa...) e devo dire che bissa (bissa? bissa salami? bissa bisce? - questa è triste, ma per veri intenditori e non me ne scuserò) i piacevoli momenti trascorsi con i Goblin di Karl-Heinz Witzko, a testimonianza del generale valore della fantasy dei nostri amici alemanni.

Non è così spiritoso, non è così acuto, ma è godibile, scorre, e fa persino rimpiangere il fatto che non leggeremo mai il seguito - temo - a meno di iscriverci a qualche Institut der Deutschen Sprache.
Siccome non ho voglia di ripercorrerne la trama (vi andate a leggere la quarta di copertina, brutti sfondadivani che non siete altro) mi limiterò a sottolineare un paio di cosine che ho trovato gradevoli.

Prima tra tutte lo stretto parallelismo che c'è tra le avventure di questi sfigatissimi nani in via di estinzione, il loro mondo e una bella campagnona di D&D.
Ora, di solito questo per me è un punto a sfavore. Troppa gente intasa le mail delle Case Editrici con improponibili resoconti delle loro sessioni di gioco; storiacce stracolme - anzi, fatte solo di - cliché e truzzerie in italiese zoppicante in cui tutto è stereotipo e banalità. Con questo non voglio dire che non si possa fare. Uno da qualche parte l'ispirazione la potrà pur prendere, e i giochi di ruolo possono essere un ottimo viatico. E' il concetto di stereotipo il problema. Ne La Dannazione dei Nani il D&D è sì nascosto da un velo sottilissimo, ma non sa mai di scopiazzatura, e anzi, rende il tutto più evocativo per noi nerdacci senza speranza.

Secondo punto è il ritmo. Memore della devastante esperienza de Le Cinque Stirpi (apparso anche su Nature come caso di studio - Le Cinque stirpi: un grave caso di orchite fulminante), ho approcciato questo romanzo con un tantinello di apprensione. E invece, come dicevo, la storia scorre, va, si lascia leggere. Non ci sono momenti di epos travolgenti, e il tono rimane sempre piuttosto dimesso, e pure il buon Frank Rehfeld riesce a prenderci per mano e condurci al finale (aperto) con gradevole pacatezza ed efficacia.

Unica nota stonatina, o una delle principali (non sono molte in realtà), l'espediente con cui i protagonisti si assicurano l'aiuto di un ranger, verso la fine del libro, sa un po' troppo di deus ex machina, ma la giustificazione che ne viene data, pur stiracchiata, è comunque plausibile.
Insomma, un buon librino, una godibile lettura da comodino per viaggiare con la fantasia quando fuori fa troppo freddo.
O per riconciliarsi con i nani, innocenti vittime della famigerata strage di Heitz, possano gli dei accogliere le loro anime tarchiate.






mercoledì 11 gennaio 2017

Piccole cose oscure - poesia


Haiku
in forma sillabica 5/7/5
(e un po' di libertà nel contarle...).

 
[Buson - Trad. Adriana Ziffer Gallo]

Rugiada sul rovo,
spine
bianche pungenti.

---

Sulla rugiada di Buson


Forse è soltanto
il tenero candore
della tua morte.


Piccole cose oscure - poesia


Haiku
in forma sillabica 5/7/5
(e un po' di libertà nel contarle...)


[Basho - Trad. Adriana Ziffer Gallo]

Una gatta
così magra
nutrita d'orzo e d'amore.

---
 

Sulla gatta di Basho


Rabbia rabbïa
sordo-cieca tutto per
una carezza.




Piccole cose oscure - poesia


Haiku
in forma sillabica 5/7/5
(e un po' di libertà nel contarle...)

 

Matematica versus zen 3


Vuoto, non vuoto
facile la tua scelta
di qua, non di là.



Piccole cose oscure - poesia

Haiku
in forma sillabica 5/7/5
(e un po' di libertà nel contarle...)

  

Matematica versus zen 2


Senza struttura
la libertà stupida
del solo vuoto.


Piccole cose oscure - poesia


Haiku
in forma sillabica 5/7/5
(e un po' di libertà nel contarle...)

 

Matematica versus zen 1


Non smetterò mai
di giocare con le mie
definizioni.